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Ventotene

Ventotene

 È un’isola piccola, assoluta e lenta. Assoluto il suo mare, il suo azzurro intenso, ma assoluta anche la sua terra, i suoi frutti. Poco più di 2 chilometri di terra vulcanica, attraversata da una storia lunga 2.000 anni, appare come la sagoma di una balena vista da lontano, circondata da mare e puntellata dai colori tenui delle case basse. Ventotene regala emozioni profonde, e in ogni stagione offre la massima espressione di quello che è un’isola del Mediterraneo.

Gli inverni silenziosi, sottolineati dal vento e dal rumore dei passi dei suoi pochi abitanti. La primavera che esplode improvvisa, svelando in mezzo ad una terra essenziale profumi e colori intensi, da vivere con tutti i sensi all’erta. Estati assolate, con il mare protagonista sopra e sotto, con fondali tra i più belli del Mediterraneo accessibili anche solo per una nuotata, le poche spiagge, le scogliere fragili in continuo mutamento.

Una vita isolana fatta di ritmi lenti, di incontri rituali al bar, in piazza, al porto, di chiacchiere sotto le pergole delle case di campagna, un’isola dove ognuno può trovare il suo angolo preferito. Le notti sono davvero stellate, tutte da vivere nei piccoli e mai eccessivi locali dell’isola, o passeggiando alla scoperta di angoli silenziosi, ma soprattutto nella libertà di ciascuno di inventare notti magiche.

Il passaggio tra l’estate e l’autunno avviene attraverso la festa più bella, quella di Santa Candida patrona dell’isola. La stagione è mite, dopo l’estate tutto si ricompone, le giornate ancora tiepide e piene di ricordi offrono un prolungamento di stagione da sfruttare fino un fondo.

L’isola di Santo Stefano

Nel corso di una visita a Ventotene è impossibile non notare l’isolotto di Santo Stefano. La sua sagoma imponente, coronata dalla struttura del carcere borbonico, diventa subito lo sfondo familiare di un bagno a Cala Nave oppure di una passeggiata al porto.

La nascita delle due isole, ci spiegano i geologi, dovette avvenire all’incirca nello stesso periodo in seguito a eruzioni vulcaniche. Sul basamento di roccia lavica che emerse dall’acqua i millenni portarono all’accumulo di altro materiale vulcanico, più leggero e friabile. Scarsamente frequentato in epoca romana, che ha lasciato solo la piscina della Vasca di Giulia e pochi resti di muratura, l’isola fu rifugio di eremiti e poi divenne un’appendice agricola della vicina Ventotene.

La forma di Santo Stefano è grosso modo circolare, con uno sviluppo delle coste che sfiora i due chilometri mentre la superficie non supera i 29 ettari e la massima altezza sul livello del mare è di 84 metri. La presenza di scogliere tutto attorno a Santo Stefano ha sempre reso difficile l’approdo per la mancanza di un punto riparato.

Fonte: amoventotene.it

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